Questo cristallo di salgemma purissimo si forma 6 milioni di anni fa. L’antico mare chiamato Tetide a seguito delle alte temperature evaporando ha depositato al fondo strato dopo strato l’attuale giacimento di sale.

Attualmente è uno dei giacimenti più ricchi d’Europa: un’enorme lente di sale racchiusa nel cuore di una montagna che si eleva fino a 1.100 metri sul livello del mare. La miniera è sita alle porte della frazione Raffo nel comune di Petralia Soprana, all’interno del Parco naturale delle Madonie, uno dei più importanti d’Europa per le caratteristiche geologiche, proprio per questo motivo è entrato a far parte del network European Geopark.

Il parco ospita delle specie vegetali uniche al mondo. Sono presenti la metà delle specie di uccelli e tutte le specie di mammiferi e invertebrati siciliani. Inoltre tutto il territorio delle Madonie è ricco di beni culturali che vengono valorizzati come possibile strumento per lo sviluppo economico. Nel territorio è presente l’Associazione culturale “Sotto Sale” che si adopera per la sua valorizzazione e fruizione, con maggiore attenzione alla miniera, all’interno della quale è stato creato il MACSS, il primo museo di Arte Contemporanea completamente immerso nelle profondità della terra.

MACSS Museo Arte Contemporanea SottoSale

 

ANIMA SALIS

 

“Anima bianca della pietra, lascia che ti incontri nei giardini dei miei fantasmi… Scalpelli e scavi, scopri frantumi, ma io sono uno specchio per te ed è dei tuoi abissi che sono l’immagine. Io sono lo spirito della pietra che hai invocato… La tua amica si china ai tuoi strumenti, ma non chiamarti più mio devoto amante: mio amante è l’acqua che mi leviga e il sole che mi indurisce. Tu sei il mio figlio, e per l’amore che ho per te lascio che tu mi colpisca con i tuoi dolorosi strumenti”.

Questo struggente canto alla scultura di Claudio Capotondi, che definisce il dolore della creazione è un chiaro lamento dell’anima della pietra, del cristallo che viene portato alla luce dopo secoli di segretezza. Il cristallo emette i suoi lamenti, sussurra parole allo scultore – archeologo, si lascia colpire dai suoi strumenti per farsi che lo scultore possa scoprire la sua anima nascosta.
L’antico mare di Tetide, fossilizzatosi oltre 12 milioni di anni fa, dopo secoli di sonno si risveglia, torna a Ri – Splendere baciato dalla luce del sole come un diamante.
Il cristallo ha sopportato il tempo, ha custodito i sogni del futuro, gli ammonimenti fatti di sofferenza e di speranza, finché l’uomo, “archeologo”, ricerca e ritrova la luce dell’anima feconda della Madre Terra, il suo sale: lo risveglia, riscopre la trasparenza dell’anima, la segreta intimità del cristallo nella lacrima salata e ci svela gli avvertimenti che permettono di convivere civilmente con la Natura e con gli Uomini.
“ANIMA SALIS” è “l’opera come frammento”, che custodisce l’Anima del sale, la sua essenza, la sua energia, contenuta al centro del cristallo di sale di oltre 800 Kg. L’opera riporta luce alla luce attraverso una punta di scalpello, anch’essa di diamante, lo strumento con cui lo scultore- archeologo cerca il nucleo immaginario, il “centro di gravità dell’opera” e ritrova verità sepolte.
Due punte, quella dell’Uomo e quella della Goccia, della Lacrima, dell’ Anima, che si incontrano, “Punta contro Punta”, è proprio li, al suo interno, che si svelano le verità della Natura e dell’Uomo, segretamente nascoste all’interno del cristallo e finalmente svelate.

Palermo, li 3/11/2015                                                                                                                                                                                                                                                                                              Salvo e Alessandro Salvato

 

III° Biennale Internazionale Sculture di Salgemma

Anima Salis Galleria

ANIMA SALIS


L’anima Salis di Salvatore e Alessandro Salvato è posta al centro di un grande cerchio di bianche presenze che testimoniano quanto il sale della terra sia un elemento sacro e generatore di sapienza.

Questa sacralità appare evidente nell’opera. Essa racconta del momento in cui accade la scintilla della creazione. La materia che sta a fondamento di tutto attende solo che possa diventare qualcosa, di vivere nella forma che il suo creatore ha deciso per essa. Dall’altro, nella forma di un mitico scalpello, o di un fulmine celeste che la attraversa, scende lo Spirito (di Dio o del Poeta) che ha come suo fine la creazione del mondo (o dell’opera).

Nel recesso centrale, che assai assomiglia ad un sacello, al secretum di un tempio dell’anima, la materia e lo spirito si toccano.

Soltanto allora accade la luce, nella concretezza di un azzurro cristallo di sale che simboleggia il Creato, il prodotto del lavoro dello Spirito sulla Natura e il suo compimento nell’opera.

L’opera di Salvatore e Alessandro Salvato racconta, genialmente e semplicemente, l’istante della creazione, o dell’intuizione poetica.

Che cosa è infatti la Bellezza se non il prodotto di un atto dello Spirito che tocca il cuore della materia e la muta in immagine, in eterna luce dell’anima?

Salvatore Lo Bue